Fame nervosa, 7 rimedi per combatterla

La fame nervosa, anche nota come anoressia nervosa, è un disturbo alimentare complesso che colpisce sempre più persone, in particolare adolescenti e giovani adulti.Questa condizione va ben oltre la semplice preoccupazione per il cibo e l'aspetto fisico, ma affonda le sue radici in problematiche psicologiche e sociali profonde. Comprendere le origini e le dinamiche che portano allo sviluppo di questa patologia è fondamentale per poter affrontare in modo efficace questo crescente fenomeno.
Fattori Predisponenti
Numerosi studi hanno evidenziato come la fame nervosa non abbia un'unica causa scatenante, bensì sia il risultato di una combinazione di fattori genetici, biologici, psicologici e socio-culturali. Da un punto di vista genetico, alcune persone sembrano avere una predisposizione maggiore allo sviluppo di disturbi alimentari, dovuta a variazioni nei meccanismi di regolazione dell'appetito e del metabolismo. Inoltre, fattori biologici come gli squilibri ormonali e i cambiamenti neurologici possono contribuire all'insorgenza della patologia.
Sul piano psicologico, la fame nervosa è spesso associata a bassa autostima, perfezionismo, disturbi dell'umore e problemi relazionali. Molti pazienti affetti da anoressia nervosa riportano di aver subito traumi o eventi stressanti nella loro vita, come episodi di abuso, negligenza o lutto, che possono aver innescato il disturbo come un meccanismo di coping disfunzionale. Inoltre, la società odierna, con i suoi canoni estetici irrealistici e la costante pressione a conformarsi a determinati standard di bellezza, esercita un'enorme influenza sullo sviluppo di tale patologia, soprattutto tra i giovani.
Conseguenze e Impatto sulla Vita
La fame nervosa ha gravi ripercussioni sulla salute fisica e psicologica dei pazienti. La sottonutrizione e i comportamenti estremi per controllare il peso, come il digiuno, l'esercizio fisico eccessivo e l'uso improprio di lassativi, possono portare a complicanze mediche potenzialmente letali, come squilibri elettrolitici, problemi cardiaci, osteoporosi e danni agli organi interni. Inoltre, i pazienti affetti da anoressia nervosa spesso soffrono di depressione, ansia, disturbi ossessivo-compulsivi e problemi relazionali, che possono compromettere seriamente la loro qualità di vita e il loro funzionamento sociale.
Trattamento e Approccio Multidisciplinare
Il trattamento della fame nervosa richiede un approccio multidisciplinare che coinvolga diverse figure professionali, tra cui medici, psicologi, nutrizionisti e terapisti familiari. L'obiettivo è quello di affrontare sia gli aspetti fisici che quelli psicologici del disturbo, attraverso un programma individualizzato che possa aiutare il paziente a ristabilire un sano rapporto con il cibo, migliorare l'immagine di sé e sviluppare strategie di coping più adattive. Spesso il ricovero ospedaliero può essere necessario per stabilizzare le condizioni mediche e avviare il percorso di guarigione.
La fame nervosa è una patologia complessa e dalle molteplici sfaccettature, che richiede una profonda comprensione dei fattori scatenanti e un approccio terapeutico personalizzato. Solo attraverso una presa in carico globale del paziente, che tenga conto delle sue esigenze fisiche, psicologiche e sociali, è possibile raggiungere risultati duraturi e promuovere un recupero completo. Investire in programmi di prevenzione, sensibilizzazione e supporto è fondamentale per contrastare questa problematica in costante aumento, al fine di aiutare le persone affette a ritrovare il benessere e la serenità.
I 7 rimedi per la fame nervosa
"Si può evitare di cadere nella spirale della fame emotiva seguendo alcuni consigli fra cui:
Mangiare in modo sano e consapevole:
- sedersi a tavola con appetito, ma non affamati; fare 5 pasti al giorno, iniziare con una piccola porzione, utilizzare piatti più piccoli e non eccessivamente grandi;.
- servirsi di tutti i sensi. Mangiare non si fa solo con la bocca. È bene concentrarsi sul gusto, l'odore e i colori di quello che stiamo mangiando. Mentre si mastica, provare a identificare tutti gli ingredienti;
- fare piccoli morsi;
- mettere via il cellulare e spegnere la TV;
- masticare bene e lentamente. Si dovrebbe masticare ogni boccone circa 20 – 40 volte, a seconda del tipo di cibo. Questa 'pazienza' permette di sentire tutti i sapori che vengono rilasciati.
- Tenere un diario alimentare, nel quale indicare ciò che si è mangiato, a che ora e in quali quantità, specificando soprattutto come ci si è sentiti dopo aver finito. Se ci si rende conto che si mangia quando si è stressati, tristi o annoiati, potrebbe essere fame emotiva.
- Ascoltare lo stomaco e, paragonandolo a un palloncino gonfiabile, fare attenzione a come lo si sente, se pieno, mezzo pieno o vuoto e alle sensazioni che si stanno provando quando ci assale quel desiderio di volerlo riempire.
- Chiedere aiuto a parenti, amici, gruppi di ascolto ma soprattutto a uno specialista, perché si cede più facilmente alla fame emotiva se manca una buona rete di supporto. Affidarsi a uno specialista è una valida soluzione per imparare ad affrontare al meglio i momenti di difficoltà, essere più consapevoli del proprio mondo emotivo e riconoscere le emozioni che si stanno provando.
- Combattere la noia, evitando di fare degli spuntini anche quando non si ha fame ma mettendo in atto comportamenti sani o gratificanti, come fare una passeggiata, guardare un film, giocare con il proprio animale domestico, ascoltare musica, leggere o chiamare un amico etc.
- Eliminare le tentazioni, come non tenere cibi poco sani in casa, andare a fare la spesa quando si ha fame o si è arrabbiati o stressati.
- Concentrarsi sui cambiamenti positivi derivanti dall'aver introdotto abitudini alimentari più sane e dall'aver imparato a riconoscere il senso di sazietà. Questo può aiutare a rinforzare l'autostima e accettare meglio il proprio corpo", spiega ancora.
Quando rivolgersi a uno specialista
"Un percorso psicoterapeutico ed educativo - può aiutare a scoprire se si ha un rapporto conflittuale col cibo e come gestirlo.
In particolare, il consulto dello specialista può essere risolutivo se:
- si è provato a controllare la fame emotiva senza ottenere risultati;
- se non si riesce a distinguere con chiarezza la sensazione di fame fisica;
- se si confondono le emozioni con la voglia di riempirsi di cibo".